BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'

BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'
schizzi, ricordi, appunti, foto, notizie su e di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

martedì 1 ottobre 2013

SOLE DI FINE SETTEMBRE

29 settembre 2013
    c'è il globo del mio tempo in cui sguazzo senza quasi avere lo spazio di farmi nemmeno un mezzo giro. ladri, impostori, spacciatori, gente violenta e cattiva. no, non si tratta di giornali o di televisione, si tratta della mia vita, della mia strada, del mio mondo reale. e io che continuo a non crescere, a fare il ragazzo anche alla mia età, a continuare perfino a scrivere poesie. ci sarebbe da piangere a pensarci bene, o da riderci, ed è proprio quello che faccio io. ma l'arte ti salva. spunta sempre, da non so dove, un angelo, un nume, un dio protettore che ti tira via dai guai sempre all'ultimo momento.
    al mio paese i contadini dicono: "ai pazzi e agli ubriachi li aiuta sempre Cristo". io ci aggiungerei pure gli artisti, i poeti, gli scrittori vari. che sono a un tempo pazzi e ubriachi. comunque si ritorna sereni anche nel bel mezzo di un manicomio in subbuglio.
    il giornale ormai, la mia vessata "repubblica delle lettere", la leggo ormai solo un giorno alla settimana e anche male. mi basta e avanza, in una settimana non riesco a digerire tutto quello che leggo, ad almanaccarlo, a inquadrarlo. preferisco allora passare le mie giornate con Novalis, Frost, Onetti, i miei scarni appunti di prosa in vista di un romanzo che stenta a presentarsi. i tempi sono dispersi, come fare solo a progettarlo un capitolo intero? io vivo per strada, in un cantuccio, con i miei libri. me ne dicono di tutti i colori. con la mia bancarella striminzita. Alda mi diceva sempre: "Giuseppe, te mi ricordi proprio la piccola fiammiferaia, sempre al freddo, sempre in balia delle onde. dai, beviti un bicchiere di vino ora, ti dà calore". Alda era astemia, non beveva, ma il vino per gli amici ce l'aveva sempre in casa...
    "ma come? questo qui sta per strada?", ha detto un tizio allontanandosi al suo amico. un tizio che evidentemente mi conosceva, ma io manco di striscio lui.
    "perchè? che credi che vita facciano i poeti in Italia, pivellino?", mi son ruminato addosso io stesso.
    sono abbandonati, negletti. però di straforo ti arriva una banda che ti viene a suonare proprio davanti. dopo pesanti minacce di pioggia è spuntato persino un sole potente. era bello il suo calore forte dopo il freddo patito appena dieci minuti prima. la banda si è sbizzarrita di brutto con le sue antiche melodie milanesi. la vita è bella, è dolce, e allegra. nonostante tutto e il contrario di tutto. la vita è pure prima di tutto poesia. i librai sul Naviglio si son tutti rallegrati fin nel profondo, insieme a tutti i loro libri di poeti, di romanzieri, di filosofi. i quadri risplendevano, belli anche loro nel pieno fulgore di quel forte insperato sole di fine settembre. hanno pure guadagnato bene tutti. Milano ci ha il cuore grande, non lascia mai nessun artista senza pagnotta. l'importante però è che non piova pure di domenica...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO