BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'

BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'
schizzi, ricordi, appunti, foto, notizie su e di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

venerdì 8 novembre 2013

ACQUAVIVA A MILANO


ACQUAVIVA A MILANO   
Me ne sono andato con il mio figliolo Angelico e due carrellini di libri. All'Urban Center della Galleria di piazza del Domm. Era un ufficio della Scala là una volta, e facevano la reclame ai pezzi d'opera e ai concerti, ai maestri direttori d'orchestra più famosi del mondo. Appena entrato mi hanno guardato con diffidenza, i due uscieri, con i miei carrellini della spesa dietro.
   "E' qui per l'incontro di Acquaviva delle Fonti?", ho chiesto.
   "Sì, è qui", mi hanno risposto a malincuore.
   Ho letto nei loro pensieri e ci ho visto i soliti pensieri sui terroni invadenti e rompiballe. 
    Io comunque, come se niente fosse, mi son preso due tavoli e ho sistemato alla buona i miei libri. Mi aiutava Angelico.
    Milano è anche la mia città, e allora mi sentivo legittimamente a casa mia.
    Quasi subito è venuta Antonia Sardone, l'assessora alla cultura, e dopo i saluti mi ha dato un quadro di Acquaviva, la Cassarmonica in veduta naif. Ho preso dei pannelli, lì del Comune, e l'ho sistemato alla meglio. Gli uscieri finalmente, dopo aver pensato che, giacchè c'eravamo, meglio era prendersela allegra e con pazienza, mi hanno aiutato e lì accanto al tavolo della conferenza ecco accanto a una veduta della Scala anche la nostra Cassarmonica.
   Ho visto le sedie davanti al tavolo, davvero pochine. Appena 5 o 6. Ho chiesto se ce n'erano delle altre da qualche parte. Mi hanno risposto di sì, dopo qualche decina di secondi di conclamata riluttanza.
   "Le porto io, e dopo, non preoccupatevi, alla fine di tutto le rimetto a posto sempre io", ho detto.
    Così si sono sciolti e mi hanno fatto vedere il locale dietro una tenda dove erano assiepate una trentina di sedie. Con l'aiuto del mio figliolo Angelico mi son messo a fare avanti e indietro con le sedie. Qualcuna l'hanno portata pure gli uscieri, finalmente convinti che sicchè i monaci erano entrati tanto valeva prendersela a risate.
   Alla fine ho visto il risultato, una trentina di sedie messe alla buona, a arco, davanti al tavolo della conferenza. Il risultato era più che accettabile.
   E' arrivato anche Davide e gli amici cuochi e pasticcieri di Acquaviva, ci siamo salutati con affetto e calore, scambiandoci battute salaci sul fatto che ce ne stavamo lì, nel pieno centro della grande Milano, con le nostre piccole incredibili cose del nostro Paese.
   Arrivano anche il vicesindaco di Cesano Boscone e il presidente del consiglio del Comune di Milano, Basilio Rizzo, un vecchio compagno di Rifondazione. Saluti e conversazioni molto amichevoli, foto di rito fatte alla buona con i nostri mezzi.
   Arrivano tanti "paesani" emigrati a Milano, professori, studenti, impiegati, direttori di teatri, dirigenti, gente comune. L'atmosfera è cordiale, amichevole, come in un ritrovo di paese in trasferta tra antichi compagni di scuola, come in effetti, in parte, è.
   Davide va a sedersi al tavolo delle conferenze e comincia a parlare di Milano come la più grande confederazione di Comuni d'Italia, è un'immagine bella e veritiera. Milano è un crogiuolo di culture e di esperienze di tutta Italia, ora pure di tutto il mondo, con i nuovi tempi. C'è Telenorba che riprende e anche altri fotografi che riprendono le scene di questo incontro tra amici.
   Va al tavolo delle conferenze anche il presidente dei Pugliesi a Milano, la più numerosa comunità di regione in città, Bresciard, ex-fruttivendolo, ora pensionato, di Barletta. Davide dice che è arrivato a Milano in autostop, con un autista di ortofrutta di Acquaviva, Giovanni Giorgio, storico corriere di paese tra la Lombardia e i "paesani" emigrati al nord.
   Si parla pure di Girolamo Cornetta, bandista e musicista jazz di Acquaviva, membro della banda dell'ATM, l'azienda dei trasporti municipali di Milano, morto in circostanze tragiche in città, lo ricorda il figlio, ora anziano. Storie che si mescolano a storie tra Milano, la città più industriosa d'Italia e il popolo minuto della nostra cittadina di contadini lavoratori.
   Si ricorda pure Giovanni Ingellis, grande animatore culturale di Acquaviva, vero pioniere esperto di fumetti, in tempi non sospetti, e anch'egli emigrato a Milano per motivi di lavoro. Ha lasciato in chi lo ricorda una viva ammirazione e un sincero affetto. Sono presenti la figlia e la moglie.
   Intervengo anch'io e ricordo i profondi legami di Alda Merini con il nostro Sud, e anche il mio amico scrittore Bruno Brancher, anche lui molto legato alla Puglia per le tempestose vicissitudini della sua avventurosa esistenza di poeta popolare.
   Finalmente Gino Cassano, Eustachio Sapone e Michele Cirielli portano nello spazio dell'Urban Center i piatti tipici del nostro paese. Piatti poveri della nostra squisita cucina contadina: fave e cicorie, polpette di pane, calzoni di cipolle, panzerotti, dolci e dolcetti di buonissima pasticceria. Immancabile il nostro buonissimo vino primitivo. Tutti si fiondano al piano alto dove sono allestiti i tavoli delle leccornie e delle prelibatezze varie. 
   Io rimango di sotto, con i miei libri, a parlare con i vecchi amici, i figli dei vecchi amici, ora a Milano per un motivo o per l'altro, chi per studio chi per lavoro. Mi metto a parlare fitto fitto con loro, e chiacchiera tira chiacchiera, ricordo evoca ricordo.
   Il mio vecchio amico Gino Cassano mi porta una porzione di calzone con la cipolla. "Peppino, se non te lo porto io un pezzo di calzone, te rischi proprio di non assaggiarlo per niente", mi dice sorridendo. Io lo prendo e me lo mangio perchè ho parecchia fame, è buonissimo e davvero chissà da quanto tempo che non lo assaggio, certo a Milano non sanno manco cosa sia.
   Arriva anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e saluta con calore il nostro sindaco Davide Carlucci. "Ieri mi arriva un messaggio sul telefonino dove mi dice 'Sto arrivando in autostop a Milano'. Certo ve lo dovete tenere molto caro questo ragazzo nella vostra Acquaviva, chissà quante iniziative nuove e di grande creatività riuscirà a inventarsi come sindaco", racconta. Davide ringrazia e comincia a elencare i personaggi e le bontà del nostro paese, tanti, troppi, non si riesce a dire tutto. Acquaviva viene invitata all'Expò 2015 di Milano con i suoi prodotti tipici. E finalmente anche Pisapia va ad assaggiare il nostro famoso calzone con la cipolla...
    Si continua con i crocchi, i capannelli, le risate, gli abbracci, i saluti, i ricordi. I gruppetti si formano e si disfano, tornano a formarsi... Con il bicchiere di plastica mezzo pieno di vino in una mano, un pezzetto di calzone nell'altra mano... 
    E' stata davvero una bella festa di altri tempi. 
    Pian piano la gente se ne va, salutandosi a più riprese. Come se avesse dispiacere a separarsi. Io rimango alla fine e con gli uscieri, tutti finalmente di buonissimo umore, dopo i dolci e il vino primitivo, e rimettiamo a posto le sedie. Regalo loro qualche libro di Alda Merini e ne sono felicissimi, Alda è amatissima a Milano, credo la più amata tra i poeti.
    Gino Cassano alla fine mi regala 3 bottiglie di primitivo e parecchi pacchi di orecchiette. "Abbiamo abboffato i milanesi oggi e a Peppino niente?", dice a Eustachio Sapone e Michele Cirielli. Preparano la macchina, posteggiata accanto a Palazzo Marino, in piazza della Scala. Davide dovrebbe partire con loro, ma la macchina è pienissima di attrezzi e tavolinetti, c'è pochissimo spazio. "Dai, sindaco, ficcati là che te ne vieni con noi", gli dice Michele. Ma lo spazio è davvero strettissimo, un viaggio così lungo in quelle condizioni è davvero improponibile. "Prendo il treno delle 8, ragazzi, non preoccupatevi per me", dice Davide. Antonia Sardone è con il suo fidanzato, felicissima. "Dopo un'estate passata a lavorare il nostro assessore alla cultura si prende le sue meritatissime ferie", ci dice Davide. Poi aggiunge: "E ora vado a ringraziare il direttore e i lavoratori del Biffi per l'aiuto che ci hanno dato. Oh, amici, il Biffi, il più famoso ristorante di Milano, ci ha aiutato a fare il nostro buffet oggi". Infine ci salutiamo, promettendoci di ritrovarci tutti al più presto ad Acquaviva. Io con due grosse buste di plastica piene dei doni dei miei cari concittadini in trasferta.
     Gino Cassano dice alla fine: "Oh, ora chiudiamo la macchina e andiamo in Duomo a salutare la Madonnina. E che cosa? Siamo venuti a Milano e non possiamo mica tornarcene senza andare a vedere la bella Madonnina! Altrimenti chissà cosa potrebbero mai dire di noi!"
   Così infine ci separiamo e li vedo andarsene tutti, in fretta, per via Marino, tra i bar, le caffetterie all'aperto, i negozi d'arte, ad andare a ringraziare i camerieri del Biffi e poi a salutare la Madonnina.
   Angelico mi dice: "Papà, quando ce ne andiamo ad Acquaviva? Si sta bene là".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO   


  
     

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