BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'

BROGLIACCIO DI SCARNA VERITA'
schizzi, ricordi, appunti, foto, notizie su e di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

sabato 14 settembre 2013

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo DOSTOEVSKIJ I Nichilisti ACQUAVIVA (6 volume)

"IL VOLO DEL DEMONE VERSO LA FELICITÀ"

Il semplicismo di Dostoevskij non e mai semplicismo, state sempre attenti con Dostoevskij che anche quando dice una cosa molto banale non è assolutamente semplicistico. E' semplice, e terra terra, dice pane al pane e vino al vino e quando uno dice la verità dice sempre delle cose molto forti e quando uno dice delle cose molto forti si è tentati di non crederci. Perchè? Perchè ognuno di noi ha la propria interpretazione della realtà, ha una propria concezione anche se non è una concezione con la c maiuscola e anche se nessuno di noi stampa dei libri per propagarla, però bene o male ce l'abbiamo.
Con Dostoevskij, se uno si accosta ai suoi romanzi, una delle caratteristiche prime della sua capacità artistica è che vi scrolla cioè non siete più sicuri di quello in cui credete perchè lui dice la verità. Dice la verità nei suoi stessi confronti. E' quella la sua posizione vincente: si è assunto come obbiettivo primo nella sua opera di romanziere di dire soprattutto la verità nei suoi confronti, di non nascondere assolutamente niente. Naturalmente da questo punto di vista per lui è gioco facile far diventare trasparenti gli altri. Che ne so, un omicida un assassino può essere un santo, un principe può essere un miserabile. Quindi stravolge tutti quelli che sono i cardini fissi della normalità, della quotidianità, del buon senso generale. In questo romanzo lui va molto duro a descrivere i suoi personaggi. Per dire la verità anche nel resto della sua opera Dostoevskij è sempre molto ironico e cerca sempre di distaccarsi dal consueto. Vedremo che questa sua ironia non è assolutamente casuale, e sempre voluta e motivata da un punto di vista artistico e anche estetico.
La tematica di quest'opera I demoni non è assolutamente nuova in Dostoevskij. Voi pensate che il secondo romanzo che Dostoevskij ha scritto, a 27 anni, Il sosia ha già questa tematica assolutamente originale. Per intenderci Il sosia
 non è solamente il nostro doppio, ma è il nostro doppio che noi crediamo che sia una persona, questo e il sosia. Noi crediamo che sia una persona diversa da noi ma è sempre noi stessi cioè e l'IO spaccato. Questa è una tematica fondamentale del Romanticismo ma anche in tutta la filosofia dell'Ottocento e del Novecento, tempi nostri compresi. E' la spaccatura dell'Io, è l'alienazione dell'uomo che non è se stesso e in questo riconoscersi non se stesso si vede un'altra persona. Una persona che non soltanto è un'altra ma è anche nemica di noi stessi.

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